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Simona Morbelli...ogni sacrificio se fatto per scelta diventa un privilegio


Come Nasce la tua passione per il Trail?

La corsa è stata una naturale evoluzione del mio mondo verticale fatto di pareti da scalare o da scendere in neve fresca

essendo, prima ancora che ultra trailer, un alpinista e scalatrice.

Ho iniziato correndo 3 km, solo per aumentare la capacità polmonare in funzione della mia attività di alpinista, ora la utilizzo come mezzo di espressione.

Corro per Salomon Italia e International, ho vestito più volte la maglia azzurra, vivo da atleta e mamma, mentre nella mia precedente vita lavoravo in finanza, in una banca di investimento, mi occupavo della Comunicazione, Media e Public Relations.

Conobbi il mio coach Fulvio Massa agli inizi, fu per caso “grazie” ad una storta alla caviglia. Lui era ed è un fisioterapista molto conosciuto nel suo settore, fui indirizzata da amici comuni.

In pochissimo tempo, nel giro di 1 anno entrai a far parte del team Salomon e della Nazionale.

La corsa oramai fa parte del mio essere, non disdegno nemmeno l’asfalto anzi, mi piace il continuo confronto con me stessa, tempi e numeri.

Non ho mai corso una maratona perché non ho il tempo per prepararla dovendomi dedicare al Trail ma credo che prima o poi , anche solo per allenamento ne correrò una.

Ad agosto hai partecipato a Leadville negli USA alla tua prima 100 miglia , ci protesti raccontare questa tua esperienza ?

Leadville non è una gara, Leadville è la gara, nata 35 anni negli States dove è nata la parola Trail Running e conseguente disciplina.

Sono stati scritti libri in cui si parla di questa famosa sfida come il famoso best sellers Born to Run.

Si corre in condizioni estreme a 3500, 4000 metri di quota con un parterre di atleti elite specialisti nelle 100 miglia.

Farne parte da protagonista arrivando seconda in una prova così lunga mai corsa prima è stata un esperienza enorme. Il lavoro dietro altrettanto enorme, ho iniziato a lavorarci a gennaio e per acclimatarmi sono stata sul posto tre settimane prima dello start.

Al Tor de Chateaux hai fatto en plain nella 100 km arrivando prima nella classifica generale assoluta e ovviamente hai vinto sia la classifica femminile sia quella della tua categoria , ci spieghi come sei riuscita in qualcosa del genere ?

Come ho spiegato prima, amo correre, i trailers normalmente sanno salire e scendere dalle montagne, io stessa, ho iniziato e tuttora amo fare gare montane, mail tor de Chateaux è una gara che si corre più a valle, collinare con tratti pianeggianti e se non hai una preparazione sulla corsa è davvero difficile completare una prova del genere facendo risultato.

Ho solo fatto ciò che amo fare, correre, gestendo le crisi dovute al calore e ad una frattura all alluce grazie alla mia famiglia presente sul percorso.

Avere mio papà sul percorso è stato davvero emozionante.

Come svolgi i tuoi allenamenti settimanali ?

Correre per ottenere risultati in termini assoluti o relativi in quanto non si corre solo per il podio o vittoria, non significa distruggersi.

Mi alleno con criterio grazie a Fulvio, non gareggio ogni wend e dopo ogni gara ho giornate di recupero dove al massimo mi concedo una passeggiata. Ogni allenamento è focalizzato sugli obiettivi senza esagerare e godendo sempre di ciò che faccio.

In una recente intervista hai dichiarato “ la costanza può sembrare un sacrificio , ma se quest’ultimo viene fatto come una scelta diviene un privilegio” può essere considerato il tuo mantra

Alzarsi alle 5.30 in pieno inverno in montagna, uscire con sci a - 15 per fare scialpinismo sola, al gelo è senza ombra di dubbio un sacrifico, ma arrivare in vetta e godersi l’alba, sentire a 3000 metri il primo tiepido calore in viso è un grosso privilegio. Privilegio ottenuto grazie alla scelta di sacrificare ore di sonno.

Nel trail la presenza femminile sta aumentando vertiginosamente , come puoi spiegare tutto ciò ?

Preferirei parlare dell’aumento di presenze in generale, il Trail è una disciplina recente, ogni anno sono sempre di più le persone che si avvicinano a questo sport, di conseguenza il numero di presente, di entrambi i sessi cresce. Se poi includiamo la sempre maggiore esigenza di avvicinarsi alla natura credo sia una naturale conseguenza.

Sfido chiunque a non trarre piacere nel correre in mezzo alla natura, parlo di natura vera, il parco Sempione a Milano ad esempio non viene contemplato dalla sottoscritta come corsa in natura.

Correre senza ansie prettamente legate ad un orologio, allo sterile correre per migliorare la propria prestazione.

Se poi ciascuno di voi, sportivo o no, provasse a passare un wend tra sentieri a picco sul mare oppure in montagna tra verdi pascoli e boschi incontaminati anziché solo al bar del porto a prendere l'aperitivo o al rifugio arrivando i in auto, capirebbe quanto si è perso di bello nella vita.

Ve lo conferma una che prima di diventare una vera sportiva e non una da "vado in palestra o corricchio per dimagrire", ha spostato i propri valori vivendo più serena e sicuramente più libera.

Come curi la tua alimentazione e l’aspetto mentale ?

Sono seguita da una nutrizionista anche se alla fine il self made, dopo anni di esperienza mi hanno portata a capire quale sia il mio miglior tipo di alimentazione. Tutti a dettare regole, ma come negli allenamenti è tutto soggettivo ed ognuno di noi deve imparare a capire cosa funziona e cosa no. Detto questo, mangio ogni giorno tantissima verdura, cibi vegetali, tanto pesce e la carne solo attraverso un paio di tipologie di affettato. Ho inoltre ridotto del 99% il consumo dei miei amati formaggi attraverso il solo parmigiano (a parte ciò che rubo nei piatti degli altri).

Altrettanto importante è l’approccio mentale.

Sono un atleta e donna complessa, la mia gestione non è affatto semplice, Fulvio, che è molto bravo come mental coach, riesce a far uscire in me quel valore aggiunto che mi permette di focalizzarmi sugli obiettivi e portare a casa il risultato.

Quando ho un grande obiettivo da raggiungere, ogni giorno, in ogni mio allenamento, per mesi, c è una parte di quell obiettivo. Bisogna arrivare al giorno zero affamati, solo così si possono superare le crisi ed ottenere quello che si vuole.

Ti vedremo in futuro gareggiare al Tor de Geants oppure alla 100 km del Passatore ?

Il Tor dura giorni, il ritmo non può essere alto, io amo iniziare a tutta e finire il prima possibile. Condivido chi vuole farsi “il viaggio” o risultato su una prova del genere, ma al momento ho in testa altre tipologie di gare.

Quando decido di partecipare ad una competizione che sarà il mio obiettivo annuale, devo crederci nel profondo, ogni giorno il mio corpo e la mia mente saranno proiettate su quell’istante.

Al momento, correre 330 km in più su sentieri che conosco essendo quelli del luogo dove vivo, non mi danno la giusta motivazione per arrivare allo start affamata.

Per quanto riguarda la 100 km del Passatore , il problema è la partenza alle 3 del pomeriggio. Non sopporto il caldo, mi alleno da ottobre a giugno con la neve, difficile arrivare alla partenza avendo tenuto un piumino addosso fino al giorno prima e poi correre in scioltezza magari a 30 gradi. In entrambi i casi non escludo che in futuro potrei però essere presente comunque ai nastri di partenza.

Cosa stai programmando per il 2018 ? Ti vedremo al Tuscany Crossing per la quarta volta ?

Ho appena concluso la prova di Madrid, i classici 80 km del circuito Eco Trail con una vittoria e record gara, questa settimana la dedicherò allo scarico psicofisico, entro la fine del mese con Fulvio e Salomon finiremo di definire gare ed obiettivi.

Sicuramente sarò ai nastri di partenza dell’Eco Trail di Firenze agli inizi di marzo, ci sarà una tappa dell’Ultra Trail World Tour e una gara in USA ma, ripeto, ancora molto da definire.

La Toscana è conosciuta nel mondo, il TUSCANY CROSSING è una garanzia dal punto di vista paesaggistico che, ovviamente organizzativo.

Tutti, da Roberto Amadii passando da Michelangeli, Fabrizio Seritti, al sindaco di Castiglione d’Orcia per finire con ogni singolo volontario, tutti, sono disponibili, motivati e consapevoli di avere in mano un gioiello da gestire di cui vantarsi con il resto dell’Italia e del mondo.

A chi sono dedicate le tue vittorie?

Sicuramente a chi mi ha costruita atleticamente, a Fulvio il mio preparatore che con pazienza e professionalità mi gestisce a 360 gradi senza dimenticare a tutta la mia famiglia, al termine di ogni ultra il primo pensiero è quello di sfogarmi piangendo al telefono con le mie due bambine.

ed io mi sento una privilegiata.

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